domenica 14 novembre 2010

Emigrazione

Emigrazione [e-mi-gra-zió-ne] s.f.
      1. Spostamento da una zona all'altra di persone singole o gruppi in cerca di lavoro o per cause politiche || emigrazione interna, quella che avviene da una regione all'altra dello stesso stato | emigrazione esterna, quella che avviene da uno stato all'altro
      2. estensione: emigrazione di capitali, loro trasferimento all'estero per evadere il fisco o per investimenti
      3. Migrazione di animali
   
Anche se ad oggi la seconda definizione della parola “emigrazione” ha un significato molto forte ed è molto attuale, oggi vi vorrei parlare dell’emigrazione intesa come spostamento da una zona all'altra di persone singole o gruppi in cerca di lavoro o per cause politiche.
Negli ultimi anni ho tralasciato (o forse inconsciamente rimosso…) i ricordi degli anni da extracomunitario (vi ricordo che la Romania fa parte della comunità europea dal 01.01.2007) e vi assicuro che non sono stati bellissimi: ogni sei mesi, 1 anno o per chi era più fortunato 2 anni, ti dovevi presentare in questura per il rinnovo del permesso di soggiorno. Ore ed ore di code senza fine (anche 12…) per poi arrivare davanti al funzionario della polizia che ritirava i documenti. Poteva anche succedere di ricevere una risposta del tipo: ti manca questo o quell’altro documento, oppure ti manca il timbro di questo o quell’altro  ente ed allora ecco che avevi fatto 8, 10 o 12 ore di coda per niente. Di chi era la colpa? Non l’ho mai capito… Sito internet della questura, funzionario della questura  numero uno, funzionario della questura numero due, straniero vicino a te in coda – da queste “fonti” spesso le informazioni erano discordanti. Spero che la situazione sia migliorata…

Detto questo non posso non essere d’accordo con gli immigrati che stanno ancora protestando sulla gru, a Brescia. Non è possibile che gente che ha lavorato 2, 4 8, 10 anni in Italia in nero, facendo guadagnare fior di quattrini ai propri datori di lavoro venga espulsa o gli venga negato il diritto ad essere regolarizzata… In più dopo aver pagato 500 euro allo stato più eventualmente svariate migliaia di euro a qualche sfruttatore che si è proposto di presentare la richiesta di sanatoria… Ovviamente per me queste questioni hanno una valenza particolare, essendo stato anch’io un immigrato che girava per Torino con quella famosa striscia di carta (la ricevuta della domanda di regolarizzazione) di cui ho sentito parlare ad Anno Zero.. addirittura avevo fotocopiato questa ricevuta e giravo con la fotocopia, perché avevo paura di perderla.. (in caso di perdita e di un eventuale controllo documenti da parte delle autorità sarebbe stato quasi impossibile dimostrare che avevo richiesto il permesso di soggiorno, quindi potevo essere espulso...).

Forse tutta questa storia della clandestinità fa comodo a qualcuno. O a tanti. Altrimenti non si spiega quest’accanimento(che è iniziato con la legge Bossi-Fini) del non voler regolarizzare queste persone.  Forse è ora di smettere di credere a quello che racconta questo o quell’altro governo è di iniziare a pensare a come risolvere il problema. Un immigrato messo in regola (come me) paga le tasse, contribuisce quindi all’arricchimento del paese ed è da considerare una RISORSA e non un peso mentre quelli irregolari (che secondo Franco Pittau, responsabile del Dossier statistico della Caritas Migrantes sono intorno al milione) creano ricchezza solo ai propri datori di lavoro, non sono per niente tutelati (vedi il numero sempre in crescita delle morti bianche) e sono persone che vivono nella paura – dopo il lavoro sono costretti a stare in casa per paura di essere fermati e arrestati in quanto clandestini.
Per finire vorrei fare una paio di considerazioni sugli immigrati che delinquono. Mi è stato chiesto da più di una persona come mai gli immigrati (in particolar modo quelli romeni) delinquono, più di quanto non lo facciano nel paese d’origine. A loro ed ha tutti quelli che se lo chiedono vorrei dire:
1.       Che ne so io? Non sono mica Buddha o qualche altro profeta cristiano o pagano… Si presume che io, essendo romeno, capisca di più cosa succede nella psiche dei miei connazionali – non è vero, siamo tutti essere umani ed in quanto tali siamo imprevedibili. Inoltre io non sono laureato in psicologia o sociologia.

2.       Per quanto riguarda la Romania posso dire che si delinque meno rispetto all’Italia, l’ultima volta che sono andato la gente mi ha confermato quest’impressione – e qui ognuno di noi dovrebbe chiedersi come mai…  Forse in Italia le leggi sono troppo blande con chi decide di prendere la strada sbagliata?  Non dico che le leggi dovrebbero essere dure come negli Stati Uniti, dove sono esagerati… Pensate che nello stato della California un ladruncolo di nome Jerome Sanders è stato condannato all’ergastolo per  aver rubato una bicicletta, in base ad una legge secondo la quale la terza volta che delinqui non esci più di galera… Piccola parentesi: quest’ultima informazione è stata presa dal  numero 10/16 Settembre 2010 del settimanale Internazionale (ricordo ai possessori di Iphone che esiste una App gratuita di Internazionale che vi permette di scaricare gratuitamente l’edizione della settimana precedente). In Italia invece si procede sulla linea della depenalizzazione dei reati (!?), specie di quelli finanziari (il più “famoso” è il falso in bilancio) – qui vi rimanderei (per chi ha voglia di leggere) ad un articolo sull’Espresso che parla della corruzione e di come sia oggi più difficile scovare questo reato a causa della depenalizzazione di cui vi parlavo prima: http://espresso.repubblica.it/dettaglio/corruzione-si-ferma-cosi/2137255/8
Paradossalmente rischia di più uno che ruba un deodorante in  un supermercato piuttosto che un altro che si intasca un milione di euro tramite un escamotage di tipo finanziario…

Per chi volesse approfondire la vicenda degli immigrati sulla gru a Brescia, vi consiglio questo piccolo ma significativo articolo: Medioevo Brescia di Giulio Cavalli

Ciao

Nessun commento:

Posta un commento