martedì 23 novembre 2010

Exit Through the Gift Shop – documentario sulla Street Art

Ho voluto vedere questo documentario perché avevo già studiato le opere di Banksy, il famoso graffitaro inglese (originario di Bristol) che ha dato un altro significato alle parole “Street Art”. Mi piacciono i suoi lavori, li trovo geniali: pieni di contraddizioni che ti fanno pensare, immagini allegoriche e comiche allo stesso modo, piene di colori e sfumature.. Non dico che i graffiti non fossero già apprezzati prima di lui, ma sicuramente facevano parte di un movimento ed un modo di esprimersi molto particolare di cui pochi riuscivano a cogliere le sfumature - molti li consideravano solo un modo di sporcare le mura delle città…  Banksy ha portato questo movimento ad essere considerato a tutti gli effetti unarte. I suoi lavori vengono venduti all’asta per decine di migliaia di sterline, ed i prezzi stanno salendo…

Il documentario oggetto di questo post non parla solo di Banksy, anzi posso dire che parla soprattutto di altro, come ci racconta lo stesso Banksy… Nella creazione della pellicola la storia ha preso un’altra piega, in quanto il cameraman che ha girato le immagini e che ha seguito in giro per il mondo tutti i grandi graffitari è diventato lui stesso un artista. Il suo nome è Thierry Guetta, un francese che negli anni settanta è emigrato negli Stati Uniti dove ha fatto una vita normale, a parte la sua passione/ossessione per la cinepresa (secondo me è un po’ pazzo, se guarderete il film capirete…). Dopo anni e anni che seguiva per il mondo tutti questi artisti di strada, un giorno incontra Bansky il quale stranamente accetta di avere vicino a se e di essere ripreso da questo francese pazzo e un po’ incosciente…  I due diventano amici e compagni d’avventura, con Thierry che riprende tutto senza interruzione. Su consiglio di Banksy, Thierry crea un documentario usando le riprese che lui stesso aveva fatto durante gli anni. Il risultato è disastroso – un video inguardabile, pieno di scene scollegate, opera di un vero squilibrato. A questo punto il suo amico inglese gli suggerisce di delegare a lui la creazione del documentario e di prendersi una “piccola pausa creativa” – Thierry accetta il suo consiglio ma interpreta male il concetto di “piccola pausa” – crea infatti centinaia e centinaia di opere - sculture, graffiti, stampe, installazioni e decide di aprire una mega-mostra dove poter esprimere tutta la sua creatività… Dopo aver venduto tutto quello che possedeva, allestisce questa mostra “mostruosa”a Los Angeles e chiede l’aiuto di Banksy e di altri artisti per la promozione. L’evento diventa un successo e lui, dopo due mesi di esposizione riesce a vendere opere per oltre un milione di dollari…

Il film è divertente, ve lo consiglio se vi piace l’arte e se siete interessati ad osservare un po’ di vita “underground” (preciso che i graffiti sono illegali, o per lo meno la loro regolamentazione è avvolta in una specie di “penombra legale” come la chiamano gli inglesi…). Buona visione!

Qui sotto trovate qualche immagine del film e qualche opera di Banksy, giusto per farvi un‘idea:

Banksy così come appare nel film, il suo volto è sempre oscurato per ovvie ragioni legali.



Thierry Guetta, il francese che da cameraman amatoriale diventa artista.


Un po’ di opere outdoor (click per ingrandire).


Un po’ di opere indoor (click per ingrandire).










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